Nell’anno del centenario nittiano, tra gli eventi che riportano all’attenzione pubblica la figura dello statista lucano, Francesco Saverio Nitti, segnaliamo questo appuntamento dedicato alla figura di sua figlia Filomena, donna di scienza e per anni attenta erede della memoria del padre. “Filomena Nitti Bovet e la ricerca biomedica nella Roma del dopoguerra” è stato il tema dell’evento curato dal professor Daniele Cozzoli, nell’ambito del programma didattico “Educare alle mostre, Educare alla città”, promosso dalla Sovrintendenza capitolina ai beni culturali in collaborazione con la Biblioteca di storia moderna e contemporanea. L’incontro, che ha aperto il ciclo “Scienza a Roma. Storia di donne”, ha tratto spunto dalla figura di Filomena Nitti Bovet per proporre una riflessione sul ruolo delle donne nell’evoluzione della ricerca biomedica, dagli anni Trenta agli anni Settanta del ventesimo secolo. Filomena Nitti Bovet, infatti, ha vissuto il passaggio da un tipo di ricerca biomedica legata all’espansione coloniale, e alla rivalità geopolitica fra Francia e Germania, a un tipo di ricerca figlia della Guerra Fredda e della decolonizzazione. Ne fu un esempio quella dell’Istituto Superiore di Sanità a Roma negli anni del dopoguerra. Il confronto fra i due blocchi, inoltre, condizionò profondamente l’evoluzione di questo campo di ricerca e il ruolo delle donne nella scienza. Filomena Nitti Bovet fu profondamente legata alla città di Roma, essendo tra i ricercatori che, negli anni Cinquanta e Sessanta, contribuirono a trasformare l’Istituto Superiore di Sanità (e la stessa Capitale) in un centro internazionale di ricerca biomedica. In particolare, Filomena Nitti lavorò nell’équipe di Daniel Bovet, insignito nel 1957 del premio Nobel per la medicina e fisiologia. Daniele Cozzoli, curatore dell’evento, è professore associato di Storia della scienza all’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, dove è anche direttore del master in Storia del mondo. È membro corrispondente dell’Académie Internationale d’Histoire des Sciences e dell’editorial board di Medical History. Le sue ricerche si concentrano sulla storia dell’ottica, astronomia e la filosofia della scienza nel Cinquecento e nel Seicento; sulla storia delle scienze biomediche nel Ventesimo Secolo; sulla scienza durante la Guerra Fredda e sulla relazione fra scienza, tecnologia e imperi moderni. Il ciclo “Storie di scienza a Roma. Collezioni e musei”, invece, è ideato e curato da Federica Favino del Dipartimento di Storia, Culture, Religioni del “La Sapienza” Università di Roma.
